QUALE FUTURO PER LE IMPRESE IN CALABRIA E NEL MEZZOGIORNO D' ITALIA ? et  at:  13/12/2014  

Quale futuro per le imprese in Calabria e nel Mezzogiorno d' Italia ? E' stato il tema della tavola rotonda tenutasi presso la sala Varcasia in Castrovillari. L' evento patrocinato dal comune di Castrovillari e' stato organizzato da Pasquale Pandolfi, responsabile delle attivita' culturali dell' associazione Kontatto Production. Erano presenti Donatella Laudadio, capo delegazione del FAI Pollino e già Assessore alle Politiche del Lavoro della Provincia di Cosenza e Giuseppe Nola, presidente della Campoverde SpA, i lavori coordinati dallo stesso Pandolfi sono stati conclusi dal prof Franco Rubino, Direttore del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche all' UNICAL. Due ore di discussione durante le quali sono emersi gli atavici problemi del sud e della Calabria in particolare, delinquenza, burocrazia, sistema bancario inadeguato nei tassi di interesse propinato. Sono solo alcuni dei limiti emersi circa lo sviluppo del sistema impresa nel meridione. Evidentemente come la discussione ha dimostrato ne esistono molti altri, ad esempio la classe politica che ha governato per decenni senza capacita' di ascolto e soprattutto progettuale, un limite questo per come ha tentato di spiegare il prof. Rubino che hai voglia ad addossare al politico in quanto tale, poiche' egli stesso e' l' espressione del popolo che lo ha eletto. Non l' unico risvolto sociologico, in un sistema che vede le semplici regole calpestate clamorosamente e regolarmente soprattutto quando gli interessi coincidono con i nostri inteso come singolo. Mancavano alcuni interlocutori, alla tavola rotonda, per i dottori commercialisti era presente solo il dott. Mario Stratico' completamente assenti le banche che pure hanno un ruolo spesso decisivo nella questione sviluppo. Mancando i due interlocutori fondamentali del nostro sistema economico vale a dire i commercialisti e i banchieri e' evidente che in termini di proposte effettive non ne sono arrivate, se non nell' ultima delle letture curate da Minella Bloise in riferimento alla storia di un giovane del nord Italia trasferitosi a Roseto Capo Spulico per produrre rose, una storia interessante che chiarisce come la fantasia applicata alle peculiarita' del territorio possano creare impresa. Ma non basta creare imprese occorre che esse siano in rete, siano cioe' correlate soprattutto in un' area sostanzialmente depressa qual' e' il meridione che ha abbandonato ormai da tempo il sogno industriale. La ricetta infine e' quella che e' davanti agli occhi di tutti, cioe' sfruttare le specificita' dei territori, in attesa che lo sviluppo inteso come trasporti adeguati, fiscalita' agevolata, concessione di prestiti a tassi adeguati, arrivi. Le banche soprattutto tra la fine degli anni '80 e gli inizi degli anni '90 hanno letteralmente strozzato le attivita' economiche allora numerose sul territorio arrivando a praticare il 25% di interesse sull' extrafido. Di Fronte a questi numeri appare davvero difficile fare impresa se si tiene anche conto che il sistema di tassazione alle stesse ha ormai superato il 50%. Ognuno ha la sua ricetta ma su alcuni fondamentali sembra si sia tutti d' accordo: meno burocrazia, piu' bassi tassi di interesse bancario, una classe politica adeguatamente capace e soprattutto fare impresa guardando al territorio, chi avrebbe scommesso alla fine degli anni '50 su una realta' come l' azienda Nola, in quel periodo l' agricoltura non rendeva anche a causa di errate valutazioni circa lo sviluppo industriale che e' servito ad ingrassare fior fior di imbroglioni che prendevano i finanziamenti a pioggia e dopo poco mandavano tutti in cassa integrazione e il tessile nell' area di Castrovillari ne e' un esempio. Buona visione


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